Non ritirare la posta: perchè non è mai una buona idea – ScriviAvvocato.it

compiuta giacenza

Ieri l’Ufficiale Giudiziario mi ha notificato una sentenza del Tribunale Civile secondo la quale dovrei pagare una somma ad una persona e le spese dell’avvocato. Non ero a conoscenza del problema, per evitare noie non ritiro le raccomandate da qualche tempo. Posso contestare?

Non ritirare la posta è un malcostume, ancora in uso da parte di qualche sventurato, che non porta nessun pro, se non quello psicologico di non vedere i problemi che bussano alla nostra porta. Peraltro non ritirare o, peggio ancora, rifiutare le raccomandate degli studi legali, gli atti giudiziari, le cartelle esattoriali può portare solo guai.

Esiste infatti il concetto di conoscenza legale (nel caso dell’invio postale il non ritiro entro 10 giorni dall’avviso di giacenza), che si configura quando siamo stati messi nelle condizioni di venire a conoscenza di un atto o provvedimento che ci riguarda, ma che abbiamo ignorato. Quando un postino, un messo notificatore o un ufficiale giudiziario ci notifica un atto lo fa per permetterci di avere il tempo di prenderne adeguata conoscenza, di informare semmai un professionista e di difenderci in modo completo. Un atto portato nella conoscenza legale del destinatario (quindi inviato ad un indirizzo di residenza o domicilio dove questi sia effettivamente rintracciabile secondo la legge) si ha per conosciuto. Cosa succede se dunque ignoriamo volutamente l’arrivo della raccomandata verde, della diffida o della cartella? Solo cose brutte. Tra i fastidi la scelta è ampia: se è una multa diventerà definitiva e non potremo impugnarla o giovarci della riduzione del 30% per il pagamento nei 5 giorni; se è una citazione in causa civile verremo dichiarati contumaci e l’avversario farà il processo da solo senza che la nostra versione dei fatti o le nostre prove a favore sia considerata; se è un pignoramento immobiliare troveremo casa in vendita su internet per vecchi debiti trascurati…e potrei continuare per pagine.  Insomma non avere consapevolezza del contenuto di quegli atti può solo pregiudicarci, aumentare le spese e menomare gravemente il nostro diritto alla difesa. Affrontiamo dunque la realtà con più coraggio convinti che sapere è meglio di non sapere, perché difendersi è un diritto a condizione di mettersi in condizione di esercitarlo. Se non è chiaro – come spesso accade – il contenuto della raccomandata rivolgiamoci ad un legale per dei chiarimenti e, nei casi più complessi, per una consulenza.

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