Parliamo di un argomento apparentemente scontato ma che, vi assicuro, non lo è affatto: come porsi nella prima esposizione del proprio caso al legale? Il primo incontro pone le basi del rapporto professionista cliente e fornisce le fondamenta del caso su cui lavorare, per questi motivi è di centrale importanza. Il cliente involontariamente tende a commettere errori nella comunicazione iniziale con il professionista che possono rivelarsi fatali per l’esito della pratica.
Ecco i più frequenti:
- Omettere circostanze scomode: al legale va detta la verità, anche quando questa non vi piace o vi può sembrare imbarazzante. I fatti scomodi taciuti riemergono puntualmente dalle difese della controparte e potranno mettervi in seria difficoltà nella strategia. Durante una trattativa stragiudiziale la mancata conoscenza da parte del vostro avvocato di alcuni elementi importanti non riferiti può esporlo alla critica del collega e minare la strada verso una buona transazione. In ultimo, ma non meno importante, mentire o tacere informazioni rilevanti al proprio legale può incrinare il rapporto di fiducia e provocare la rinuncia al mandato da parte dello stesso (in pratica si libererà di voi e del vostro caso). Insomma conoscere in anticipo anche il particolare più raccapricciante, ma decisivo a fini della lite è sempre buona cosa e aiuterà il vostro avvocato a prevenire le mosse dell’avversario.
- Perdersi in divagazioni irrilevanti: spesso chi ha un problema è portato a dilungarsi nel descrivere conversazioni, battibecchi, retroscena, ripicche ed invidie che possono stare tranquillamente sullo sfondo e meriterebbero appena un accenno. In questo modo sottraete tempo decisivo al vostro professionista che, avendo altri casi da trattare con la stessa cura, non potrà dedicare la giornata ad ascoltare le vostre confessioni. Sarà l’avvocato stesso, durante la conversazione, a cercare di condurvi nella descrizione degli elementi che rilevano ai fini del vostro caso, chiedendo precisazioni su quelli e non su altre circostanze. Non cercate a tutti i costi di dettagliare situazioni sulle quali il legale vi chiede di soprassedere. Al professionista il compito di captare l’essenza del problema per individuarne la migliore soluzione. Una mole di informazioni inutili rischia di offuscare l’indagine sugli elementi centrali della vicenda.
- Non portare con sé tutti i documenti: in qualsiasi lite o processo il documento è la prova principale che vi può aiutare ad avere ragione dell’avversario. Sottovalutare la necessità di fornire i documenti al proprio difensore è molto pericoloso. Quindi ricercate per bene nei cassetti tutto ciò che concerne la pratica e portatelo con voi. Scripta manent. In questo caso l’esuberanza del cliente, ma solo nel produrre documenti, può essere positiva. Non sempre chi ha un problema è in grado di selezionare la documentazione decisiva, nel dubbio è sempre meglio sottoporre al legale!
- Fossilizzarsi sulla convinzione di avere ragione a tutti i costi: questo modo di porvi non darà alcun contributo e non servirà al legale per difendervi meglio. Essere più critici con i fatti che vi riguardano nel contesto del problema aiuterà voi a far emergere il vero peso della vicenda ed il vostro legale a valutare le responsabilità e darvi il consiglio giusto. Se avete un problema legale è probabile che qualche sbaglio l’abbiate commesso anche voi, quindi occorre essere sereni nelle valutazioni. L’avvocato cercherà sempre il successo pieno con il proprio intervento e, quando questo non è obiettivamente possibile, di minimizzare le conseguenze negative delle eventuali mosse sbagliate fatte dal proprio cliente.
- Avere già trovato la soluzione su internet
L’ormai datato avvento della rete ha portato nella sfera di tutti contenuti giuridici, talvolta anche molto specialistici, che non possono essere trattati con disinvoltura da persone non adeguatamente preparate. Informarsi è bene, non sentirsi – per ciò solo – un fine giurista è anche meglio. L’informazione giuridica e la formulazione di domande vi darà maggior consapevolezza della strategia che il legale sceglierà per voi ed è positivo. Cercare invece di “aiutare” il legale nell’elaborazione tecnica della strategia vi metterà in cattiva luce, farà perdere tempo prezioso all’avvocato per spiegarvi che probabilmente sbagliate, farà trapelare una sorta di sfiducia che non gioverà nel rapporto col professionista.
Creare un feeling tra professionista e cliente anche nella comunicazione può aprire le porte ad una collaborazione proficua principalmente nel vostro interesse. L’avvocato dovrà ingenerare in voi fiducia, ma altrettanto dovrete fare voi lasciandovi guidare nella corretta comunicazione potendo così fornire un contributo informativo decisivo al suo lavoro.
La strada verso soluzione del caso ha sempre bisogno di un avvocato che vi lavori con passione e di un cliente collaborativo e fiducioso, nulla di questo può mancare.
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